Monday, March 10, 2008

I GIOVANI, LA POLITICA, LA MAFIA






Lotta alla mafia? I politici ne parlano, ma gli impegni veri dove sono? Si dovrebbe cominciare dalle candidature: il semplice sospetto di complicità (figuriamoci se ci fossero atti giudiziari ben precisi) con mafiosi dovrebbe essere una discriminante insormontabile; in realtà avviene l'esatto contrario. I politici più chiacchierati sono i più in sella nella dirigenza dei partiti perché proprio loro sono i campioni del procacciamento dei voti. Allora che valore hanno le loro roboanti dichiarazioni di condanna del fenomeno mafioso? Nessuno; sono parole che servono a costruire una facciata destinata a mascherare la realtà del commercio sotterraneo e indiretto coi potentati occulti impastati di mafia. A livello regionale i partiti sono in mano a questi capipopolo abilissimi nel creare enormi bacini elettorali con gli strumenti dei rapporti ambigui con esponenti mafiosi e con la calamita del più sfacciato clientelismo. C'è da aspettarsi emancipazione e sviluppo della Sicilia da questa gente? Molti ripongono fiducia su questi politici, hanno avuto o s'attendono d'avere benefici personali. Non sempre, ma le ricompense vengono.
L'esercito dei dipendenti degli enti pubblici, delle cooperative, dei consorzi, delle aziende partecipate, cresce di pari passo con la moltiplicazione delle stesse aziende, cooperative, ecc. La rete del sistema parassitario avanza e s'ingrossa fino ad inghiottire ogni prospettiva di rinascita di una terra da sempre calpestata e sempre in attesa di qualcosa che non arriva mai. Le enormi risorse sperperate in burocrazie pletoriche ed inutili e in addetti a servizi mai prestati tarpano le ali agli interventi necessari per lo sviluppo. Gli spazi concessi alle speculazioni mafiose creano una cappa oppressiva nemica degli investimenti produttivi e del sogno di riscatto della gioventù. Qualunque sia il numero dei beneficiati delle clientele, la massa dei senza lavoro e senza futuro viene appena scalfita. Per tanti giovani si fa strada l'angoscia dell'emigrazione.

Il cittadino pensoso dell'avvenire dell'Isola deve diffidare delle belle parole, deve guardare in faccia chi chiede il voto. Occorrono concreti programmi di contrasto al fenomeno mafioso. In ambienti da secoli esposti alla prepotenza e alla violenza di gruppi di facinorosi, non è facile far mettere radici alla cultura della legalità. Occorre partire dalla famiglia e dalla scuola, inculcare la nuova cultura ai giovani in procinto di crearsi una famiglia e agli studenti con uno sforzo organizzativo e finanziario consistente. Per la Sicilia e le altre regioni del Mezzogiorno investire per i giovani significa prioritariamente investire nella loro educazione per il conseguimento di una coscienza civica libera dal ciarpame delle arretratezze culturali. Si tratta di compiere quasi una rivoluzione nell'approccio verso le esigenze della famiglia e della scuola.

Se guardo alle condizioni della Sicilia, ai torrenti di retorica e demagogia che stanno per rovesciarsi sui siciliani, ai volti e ai curricula di alcuni personaggi molto influenti, ci sarebbe da mettersi le mani ai capelli. Lo scetticismo però non deve prevalere. Le parole dettate dalla ragione non sono mai vane. La Sicilia cambierà.

0 Comments:

Post a Comment

<< Home