Thursday, October 12, 2006

LE RESPONSABILITA’ DEL CONSIGLIO COMUNALE CHE RINUNCIA AI PROPRI POTERI
Moreno Bucci, nel suo ultimo intervento, parla di diktat del sindaco ai gruppi consiliari per ottenere il voto favorevole sui propri provvedimenti. Tralasciamo se Bucci esageri o meno. Però ha messo il dito sulla piaga: è un fatto che il consiglio comunale non usi tutti i poteri-doveri ad esso assegnati dalla legge di riforma del 1990, con la conseguenza di ridurre il proprio ruolo a organo di ratifica delle decisioni di giunta. E’ un’auto-mortificazione che in una democrazia avanzata, come la nostra, non è più ammissibile. L’iniziativa per gli atti consiliari appartiene anche ad ogni singolo consigliere, e al consiglio nel suo complesso, non solo al sindaco. Il consiglio può modificare o integrare le proposte del sindaco. Senza il consenso del consiglio nessun sindaco può governare. In una parola il consiglio è “sovrano”, come spesso i consiglieri amano dire, senza però dare vera attuazione a questa espressione. Le riunioni di maggioranza e quelle delle conferenze dei capi gruppo si risolvono in un’informativa sugli atti e nella loro iscrizione in calendario. Questa mancanza di consapevolezza dei veri poteri del consiglio genera dei vuoti ormai molto appariscenti. I due mesi di vacanza del nostro consiglio ne sono una dimostrazione. Il sindaco ha altro da fare, i consiglieri stanno a casa. La Città si agita in una miriade di problemi, la porta dell’assise cittadina rimane sbarrata, il potere del sindaco diviene assoluto.
Antonio Carollo

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