Saturday, March 24, 2007

CARNEVALE, LE SPETTATIVE DEI VIAREGGINI

Per i giovani di Trabia

E' interessante per i giovani di Trabia aprire una piccola finestra su ciò che il popolo dei blog di Viareggio, soprattutto giovani, sta facendo per la loro città? Mi sembra che valga la pena di provarci. Da un po' di tempo c'è un certo mugugno tra i viareggini sui modi con i quali vengono affrontati i problemi della comunità cittadina, sui disagi per la scarsa igiene pubblica, sulle carenze degli interventi sociali, sulla pletora delle aziende pubbliche e dei loro amministratori, sulla gestione del Carnevale, sulle modalità di assunzione dei giovani, sul numero dei dirigenti comunali e sui loro emolumenti stratosferici, ecc. Un bel gruppo di giovani, stanco delle lamentele che non portano a nulla, ha preso carta e penna e ha stilato un comunicato con cui ha chiesto al sindaco e al consiglio comunale di essere ricevuto e di portare al dibattito cittadino, con consigli comunali aperti, i singoli problemi sul tappeto della politica locale. Il primo ad essere sollevato è stato quello della gestione della Fondazione del Carnevale, attualmente in mano ai politici. Contemporaneamente è stata indetta una raccolta di firme per dare forza e credibilità alla richiesta. In pochi giorni sono state raccolte quasi mille firme. Questa iniziativa popolare ha ottenuto subito un primo risultato: il sindaco ha sospeso le nomine al CDA della Fondazione ed ha indetto un consiglio comunale aperto alle forze giovanili, culturali, sociali ed economiche per discutere sull'assetto della Fondazione e sul futuro del Carnevale. Su questo argomento ho pubblicato il seguente pezzo sul giornale “La Nazione” e sui periodici on line di Viareggio, oltre che sul mio blog: www.trabia.splinder.com. Mi permetto di riportarlo di seguito, insieme ad alcuni commenti degli amici dei blog e alle mie risposte. Come vedrete la discussione si è arricchita di spunti di un certo peso.°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

CARNEVALE, LE ASPETTATIVE DEI VIAREGGINI - Limpidezza, disinteresse, senso di appartenenza alla comunità cittadina, passione per il Carnevale e per la Città, queste sono le considerazioni che mi ispirano il comunicato e la raccolta di firme del Libero Comitato Cittadino, figlio del popolo dei blog. I rilievi avanzati: il carnevale non è più dei viareggini; non c’è alcun coinvolgimento dei cittadini; è gestito dalle forze politiche senza alcun apporto di nuove proposte culturali e spettacolari; le nomine seguono logiche di spartizione partitica, senza riguardo a competenze ed esperienze. Gli obiettivi: che le nomine siano effettuate con riferimento a competenze specifiche, attraverso la più ampia consultazione delle forze politiche e dei cittadini; che sia modificato lo statuto della Fondazione per consentire la partecipazione delle realtà culturali, sociali ed economiche. Questi rilievi e queste richieste, mi risulta, rispecchiano perfettamente lo stato d’animo e le opinioni della stragrande maggioranza dei cittadini, senza distinzioni di colore politico. Non mi si accusi di voler cavalcare la protesta della cittadinanza. Il 2 gennaio scrivevo: “Le fondazioni siano affidate alle forze più illuminate, e professionalmente attrezzate, del volontariato culturale, estranee alle conventicole del sottogoverno dei partiti”. Il 4 marzo, nel fare una specie di resoconto dell’edizione 2007 del Carnevale, concludevo dicendo: “Una gestione politico-burocratica è all’altezza di tutto questo?”. Mi scuso per queste auto-citazioni. Un primo risultato il Libero Comitato l’ha già ottenuto: le nomine sono state sospese e presto si terrà un Consiglio comunale aperto incentrato sul futuro del Carnevale. Niente paroloni, però una cosa voglio dirla: le iniziative popolari, come questa del Libero Comitato, fanno bene alla democrazia.

Antonio Carollo°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
La democrazia: trasparenza, etica, partecipazione, rispetto; ma soprattutto passione, poesia e divertimento! Riccardo°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Riccardo, la tua è, purtroppo, un'idea di democrazia ideale che è sconosciuta nel mondo reale. Mi viene in mente quel che succede nella cosiddetta più grande democrazia del mondo, gli USA. La spregiudicatezza, la violenza morale, il metodo della distruzione dell'avversario, la sopraffazione attraverso il brutale impiego di risorse finanziarie colossali messe a disposizione della politica da gruppi di pressione per sottomettere ai propri scopi l'azione del governo, sono ingredienti di una concezione della lotta politica lontanissima da una civile e democratica competizione elettorale. Questo non avviene solamente negli USA. In scala ridotta, e in modi diversificati, è ciò che accade anche in Italia, a volte, per certi versi, in modo più spudorato.
Certo, è antipatico fare il moralista. Nessuno di noi è esente da colpe, ma guardiamo in faccia la realtà: è vera democrazia la nostra? l'elettorato ha qualche voce in capitolo? i metodi di selezione del personale politico hanno qualche lontana parentela con trasparenza e meritocrazia? il parassitismo del sottogoverno ha qualcosa a che fare con la volontà popolare?
Mi fermo. Già qualcuno avrà pensato: che razza di qualunquista!
Forse mi sono levato dal letto col piede sbagliato....
Grazie per la visita al mio blog: almeno un lettore ce l'ho.
Ciao, Antonio°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Grazie per questo intervento sul Libero Comitato Cittadino. Un invito: ci vieni a trovare sabato 24? sarei molto felice di conoscerti di persona.

Siamo al punto di raccolta firme in via Battisti angolo via Verdi.

A presto!
Samanta°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

 Be', Antonio, non posso che condividere tutto quello che hai scritto, però è anche vero che sta a noi poeti coltivare l'Utopia. Come? Con l'esempio. Io amo la trasparenza, l'acqua chiara di fonte; ho una mia etica che seguo senza imporla agli altri soprattutto non baro con me stesso; mi emoziono e tiro un sospiro di sollievo di fronte alle (sempre più rare, è vero) partecipazioni popolari a iniziative di spessore civile e culturale; la gentilizza, il rispetto, il raccoglimento, la contemplazione fanno parte del mio carattere e delle mie scelte di vita. Non condivido la socialità dominante. Questo mi ha portato a delle scelte ben precise, che filosoficamente ho sintetizzato nella formula "francescanesimo-taoista" (un po' idiota come tutte le formule). E qui irrompono prepotentemente la passione, la poesia e il divertimento. Perché la democrazia deve essere anche divertimento, come quando da bambini immaginavamo profeticamente il nostro futuro (che per quanto mi riguarda si è più o meno felicemente "quasi" - ma mi accontento eccome! - realizzato). Sul "francescanesimo- taoista" ho scritto anche un manifesto per il mio "Teatrino dei Bisogni Consapevoli"; dice più o meno così (ci sono diverse versioni):

Il francescanesimo taoista più che una forma di pensiero è una condizione dell’anima, che coniuga gli aspetti più positivi della tradizione cristiana occidentale con quella - più lirica e analogica – delle filosofie orientali. Come tutti gli approcci mistici alla vita trae linfa vitale dal sentire piuttosto che dallo scandagliare razionalmente. Io lo pratico si può dire da sempre, ovviamente rielaborato soggettivamente - altrimenti sarei un devoto acritico, quanto di più lontano dall’insegnamento di Francesco e Lao-Tze - e con l’aiuto di altri compagni di strada: Novalis per la filosofia, Rilke per la poesia, Klee per la pittura, Chaplin per il cinema, tra i tanti. Tengo in massima considerazione la libertà dello spirito, la capacità di poter esprimere apertamente le proprie idee senza timore di niente e di nessuno perché non faccio parte di nessun carrozzone politico, ideologico, economico, etnico, e così via. Artisticamente ne metto in atto i precetti attraverso il mio laboratorio di creazioni multimediali sui grandi temi dell’immaginario affettivo che si chiama “Il Teatrino dei Bisogni Consapevoli”. Ho come figure liriche di riferimento l’omino anonimo e il clown: “Il clown non è che un omino anonimo che ha imparato ad usare consapevolmente il proprio corpo incantato”.

Mi associo all'invito di Samanta, anche se noi già ci conosciamo!
Saluti. Riccardo °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°



Riccardo, hai aperto una bella finestra sul tuo mondo e sui traguardi da te raggiunti sulla via di una spiritualità attiva ispirata a due grandi religioni il cui fulcro è rappresentato dalla comunione con Dio, con la natura e il cosmo. Invidio questa tua capacità di conformare atti, sentimenti e pensieri ad una visione così elevata del passaggio e del destino dell'uomo.
Da ciò deriva il tuo sguardo sereno, direi super partes, su miserie, ambizioni, strategie di una umanità che ha come suo fine l'egoismo, il potere, il denaro. Ammiro il tuo entusiasmo rivolto a creare intorno a te un mondo fatato ove il sogno, l'amore, la felicità creativa oscurino le crudezze, le ferocie e il dolore di una vita alla mercè del caso, del nichilismo e dell'angoscia esistenziale.
Vi ringrazio, te e Samanta, per le premure. Oggi farò una breve visita in via Battisti.
Ciao, Antonio

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