Saturday, March 17, 2007

DI TRABIA, O DEL SOTTOSVILUPPO

Caro Gianluca Mancuso, è ammirevole la tua voglia di fare qualcosa per il futuro della nostra Trabia. Permettimi una modesta considerazione: basterebbe che l'1 per cento della popolazione trabiese avesse questi tuoi stimoli per avviare verso il cambiamento una situazione che ristagna ormai da 45-50 anni, dagli anni cinquanta, fatte salve le solite attività edilizie, peraltro sviluppatesi in modo distorto, come sappiamo, per l'invadente arrivo di operatori e investitori forestieri. Purtroppo la realtà è un muro quasi impenetrabile, costruito in un cinquantennio di assenza di vera guida politica, locale e regionale, di sperperi, spartizioni, clientelismi, sterili assistenzialismi, contributi a pioggia, senza interventi seri per rinvigorire i settori trainanti esistenti e per agevolare la nascita di nuove attività produttive; senza contare la debolissima azione di contrasto contro le organizzazioni criminose organizzate che via via hanno acquisito e fatto valere uno strapotere preponderante. Questo scenario riguarda tutto il Meridione. Trabia ne è stata investita alla pari di altri comuni. Dire queste cose è come ripetere delle banalità. Le diagnosi sui mali del Sud si sprecano. Gli investimenti governativi sono stati massicci, ma non si sono visti apprezzabili risultati, nonostante le montagne di miliardi impiegati. A Trabia ha regnato sovrana l'inerzia, l'impotenza di una proprietà terriera troppo spezzettata, incapace di organizzarsi per cavalcare le nuove tendenze nelle produzioni agricole e combattere le spietate concorrenze di altre zone agricole mediterranee. L'illusione di un benessere che altri avrebbero portato con l'incremento delle costruzioni turistiche praticamente ha precipitato la piccola borghesia agricola nel totale immobilismo e nella sua lenta estromissione da ogni decisione circa l'uso di un territorio tra i più affascinanti in tutta la fascia costiera settentrionale dell'isola. Riprendere il bandolo della matassa è impresa da far tremare le vene e i polsi, ma non impossibile, come già ho avuto modo di dire. Aggiungo: il male, questo male del sottosviluppo, è stato causato dall'uomo; lo stesso uomo, nella persona di altri individui intelligenti e illuminati, ha in sè le potenzialità per un'inversione di marcia. Se si riesce ad acquisire questa convinzione gli uomini di buona volontà possono fare molto. Ci sono tante altre cose da dire: le diremo con obiettività e serena consapevolezza, nella speranza che qualcosa si possa smuovere. Saluti cordiali.
Antonio Carollo

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