Monday, January 05, 2009

PD, LA QUESTIONE MORALE

E’ quasi banale dire che non bastano una frettolosa analisi degli scandali più eclatanti, le belle frasi per porvi rimedio, la minaccia di commissariamento e uno slogan ad effetto ,“Non c’è posto nel PD per i disonesti! Siamo un partito di persone perbene”, in un’affollata e tesa Direzione per considerare esorcizzata la questione morale. Eppure esiste il pericolo reale che il tutto si riduca solo a questo, e a poco altro, come potrebbero essere le inevitabili temporanee sospensioni dalle cariche di partito degli indagati.

C’è chi pensa che l’apparire, l’immagine, la comunicazione, l’ostentata indignazione, le promesse, possano avere la stessa efficacia della sostanza dei veri interventi; il consenso si può acquistare con le promesse e con gli annunci. Questa è superficialità. Alle parole devono seguire i fatti. Occorre cambiare registro, occuparsi seriamente dei bubboni , perché minacciano la vita stessa del partito. Il Leader deve anche dimenticare come è fatta la porta di casa sua, deve calarsi nelle realtà locali per estirpare le cause e tagliare le ramificazioni del cancro degli affari confusi con la politica.

Il giro d’Italia Veltroni deve farlo adesso, a partire dal 7 gennaio, non soltanto al momento delle elezioni quando la maggioranza degli elettori ha già preso le sue decisioni. Il gioco delle parti tra maggioranza e opposizione, giostrato tra conferenze stampa, esternazioni, batti e ribatti, comparsate televisive, sarà pure utile, ma il lavoro politico vero si fa tra la gente, a tu per tu con i problemi concreti, tenendo sotto tiro gli abusi, il mercimonio, la corruzione, le ingiustizie, i favoritismi, i clientelismi, le illegalità. Tanto più che il Partito Democratico è in gran parte ancora da costruire.



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