QUALI POSSIBILI RIMEDI CONTRO IL SOTTOSVILUPPO?
Un bravo e intelligente giovane ventenne trabiese mi scrive in merito ai problemi del possibile sviluppo economico di Trabia. Occorre uno slancio culturale notevole, dice, da parte dei cittadini per rimuovere il concetto di politica come rapporto di carattere clientelare; acquisire, attraverso il contatto con località economicamente evolute, una mentalità imprenditoriale ed economico-manageriale, specie per la gestione dei servizi. Inoltre bisogna mettere in atto una politica rigorosa di prevenzione e di repressione del fenomeno mafioso colpendo, anche, gli investimenti derivanti dal riciclaggio di denaro sporco, vedi i settori della salute e dell’edilizia. Il suo vuole essere, conclude, un grido di speranza contro il dilagante pessimismo.°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
La mia risposta. Sono d'accordo. Il sottosviluppo non è un destino ineluttabile; deriva da tanti fattori, in gran parte dall'inerzia degli uomini. Il vuoto di iniziative crea dipendenza e soggezione. Questo atteggiamento influenza il modo di concepire la politica da parte dei politici ai quali si offre l'opportunità di ottenere l'agognato consenso semplicemente con qualche favore, anziché con l'impegno serio per il progresso della comunità. Lo Stato deve fare la sua parte ( non la fa fino in fondo, tranne che nei momenti in cui si sente addosso il mirino dell'opinione pubblica, vedi uccisioni di giudici, poliziotti, politici). Il resto devono farlo i cittadini, ognuno nel suo ruolo, in primo luogo eleggendo amministratori giusti, capaci di smuovere le leve economiche della propria comunità e di tenere a bada con fermezza l'invadenza delle attività mafiose. La scuola e le altre istituzioni devono, con più efficacia, educare i giovani al coraggio dell'intrapresa, fornendo gli strumenti professionali per una vita attiva nel mondo della produzione di beni e servizi. Il sistema bancario deve cambiare pelle, smettendo di spremere l'ignaro cliente e mobilitando le risorse necessarie per promuovere e finanziare progetti di imprese, anche di giovani alle prime armi. Ci sarebbero tante altre cose da dire. Mi sembra, però, indubbio che il benessere è creato dagli investimenti produttivi dei privati e dalla operosità degli uomini del luogo, agevolati, certo, da lungimiranti politiche di incentivazione da parte dei governi locali, regionali, nazionali.
La mia risposta. Sono d'accordo. Il sottosviluppo non è un destino ineluttabile; deriva da tanti fattori, in gran parte dall'inerzia degli uomini. Il vuoto di iniziative crea dipendenza e soggezione. Questo atteggiamento influenza il modo di concepire la politica da parte dei politici ai quali si offre l'opportunità di ottenere l'agognato consenso semplicemente con qualche favore, anziché con l'impegno serio per il progresso della comunità. Lo Stato deve fare la sua parte ( non la fa fino in fondo, tranne che nei momenti in cui si sente addosso il mirino dell'opinione pubblica, vedi uccisioni di giudici, poliziotti, politici). Il resto devono farlo i cittadini, ognuno nel suo ruolo, in primo luogo eleggendo amministratori giusti, capaci di smuovere le leve economiche della propria comunità e di tenere a bada con fermezza l'invadenza delle attività mafiose. La scuola e le altre istituzioni devono, con più efficacia, educare i giovani al coraggio dell'intrapresa, fornendo gli strumenti professionali per una vita attiva nel mondo della produzione di beni e servizi. Il sistema bancario deve cambiare pelle, smettendo di spremere l'ignaro cliente e mobilitando le risorse necessarie per promuovere e finanziare progetti di imprese, anche di giovani alle prime armi. Ci sarebbero tante altre cose da dire. Mi sembra, però, indubbio che il benessere è creato dagli investimenti produttivi dei privati e dalla operosità degli uomini del luogo, agevolati, certo, da lungimiranti politiche di incentivazione da parte dei governi locali, regionali, nazionali.
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