MARIO MARCUCCI IL PITTORE-POETA DI VIAREGGIO. NESSUNO S'E' RICORDATO DELL'ANNIVERSARIO DELLA SUA NASCITA
Il 10 agosto ricorre l’anniversario della nascita di Mario Marcucci (1910-1992), il pittore che, come pochi altri artisti, caratterizza lo straordinario patrimonio culturale di Viareggio. Nessuno se n'è ricordato. Qui possiamo fare solo un cenno sulla sua figura e sulla sua arte. Marcucci prende in mano un pennellino e dei pastelli a nove anni, spinto dal pittore Giuseppe Nerici.. La sua è una famiglia modesta, tutta dedita al lavoro. Il padre naviga su velieri, poi acquista una barca da pesca. Mario aiuta a vendere il pesce alla bottega; dipinge quasi di nascosto nei ritagli di tempo lasciati dal lavoro. Gli anni Venti sono gli anni della sua formazione, da autodidatta. E’ affascinato dai grandi maestri Giotto, Paolo Uccello, Masaccio, Piero della Francesca, Raffaello; osserva e riflette molto sui macchiaioli. Nel 1926 incontra Carrà e Soffici. Quest’ultimo lo incoraggia e gli indica la strada del realismo. E’ lontano da Lorenzo Viani, dal suo eccesso di espressività, dal suo impegno civile e dalla sua epica popolare. E’ influenzato dal mondo poetico di Rainer Maria Rilke. La sua mano è alla ricerca dell’essenza di un paesaggio, di una persona, nell’imminenza del suo precipitare nell’oscuro processo del divenire. La sua figurazione è la rivelazione di ciò che di intimo, di fresco, di luminoso la nostra interiorità può cogliere nella istantaneità dell’intuizione e del gesto pittorico. Le umili cose della quotidianità, la natura, soprattutto il mare, le persone che gli stanno attorno, sono gli oggetti su cui si posa lo stupore dell’artista nell’atto di ricavare dal materia il guizzo rivelatore di una visione immersa nella dolcezza di una atmosfera onirica. I poeti di Firenze vedono in questa pittura quasi una traduzione in immagini della loro poesia, chiusa nella preziosità di un anelito di vita e di bellezza.
Antonio Carollo
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