Tuesday, April 17, 2007

DELLA SVENDITA DI TRABIA

“...la politica edificatoria degli ultimi cinquant'anni risente di una scelta sbagliata all'origine, che è stata quella di avere destinato la quasi totalità del territorio ad area edificabile...”. Credo che Salvatore Piazza sia il primo amministratore di Trabia che faccia, con cristallina franchezza, una dichiarazione pubblica sulla forsennata pianificazione e sul distorto uso del territorio trabiese perpetrato dagli anni Sessanta ad oggi. Questo gli fa onore. Ricordo, come fosse ieri, il mio doloroso stupore nell'apprendere dell'adozione di un piano regolatore che praticamente autorizzava lo scempio. di uno dei più attraenti territori della fascia costiera da Palermo a Messina. In quel momento mi sono figurato Trabia come una donna bellissima, ma dalla moralità disinvolta, che si offriva al primo venuto per quattro soldi. Ci ho trovato, in quel provvedimento, un che di impudico e di vergognoso, perché permetteva di svendere quel che di più prezioso possiede un comune, il suo territorio, il suo stesso corpo. Fino agli anni Sessanta Trabia era uno dei più floridi comuni agricoli della provincia. L'abbondanza di acqua le permetteva di coltivare intensivamente vasti frutteti, oltre che oliveti e vigneti. La frutta di Trabia invadeva i mercati del Nord Italia. Migliaia di persone lavoravano nelle campagne e nei cosiddetti magazzeni; file di vagoni ferroviari, pieni zeppi di cassette di frutta, partivano per Milano, Torino, Bologna, ecc,. In autunno decine di frantoi lavoravano senza soste, giorno e notte. In via Tusano c'era un palmento che torchiava l'uva per mesi. Certo, ad un certo punto cominciò a serpeggiare la crisi; si tentò la conversione delle coltivazioni in agrumeti. Quando, poi, si presentò l'occasione di vendere appezzamenti di terreni ai forestieri, l'agricoltura trabiese subì il colpo mortale. Scemò ogni interesse a intraprendere nuove iniziative produttive, a specializzare le colture, ad organizzarsi in organismi collettivi, a promuovere la commercializzazione dei prodotti. Tanto col ricavato di un pezzo di terreno venduto si poteva andare avanti lo stesso, anzi meglio. Trabia precipitò nel vuoto assoluto, mentre porzioni di territorio, delle più pregiate, venivano aggredite selvaggiamente, con colate di cemento armato, per soddisfare la fame di villeggiatura dei palermitani.
(1-continua)

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