IL SACCO EDILIZIO DI TRABIA. SUICIDIO DI UN COMUNE
Negli anni Sessanta un massiccio insediamento di seconde case, alle pendici della montagna, in località “Sutt'e mura”, finanziato da una grande banca siciliana, fece il suo esordio sulla scena del più cinico sfruttamento edilizio di un territorio incontaminato, baciato dalla natura come quello di Trabia. Centinaia di case furono realizzate con un investimento miliardario. La banca fece il suo bell'affare, le ditte costruttrici, di proprietà non si sa di chi, fecero i loro affari, i trabioti proprietari dei terreni intascarono bei quattrini (una miseria se si va a guardare bene), e su quella incantevole località, visibile da ogni luogo, sorse un ammasso di case in dispregio alle più elementari norme di difesa del paesaggio e delle bellezze naturali. Dov'erano le autorità preposte alla tutela di questi beni? La Soprintendenza, l'Assessorato regionale competente, gli altri organi di vigilanza? Chi consentì questa clamorosa ferita sul territorio, cambiando la destinazione di quel sito e concedendo i necessari permessi oppure autorizzando una così gigantesca sanatoria? A parte il risibile ricavato dei prezzi di svendita dei terreni, non una lira di quell'investimento entrò in circolo nell'economia di Trabia. Le imprese costruttrici, misteriose e implacabili, e le maestranze vennero da fuori; così pure i materiali. L'invasione estiva dei nuovi proprietari di quelle seconde case non portò alcun utile a Trabia: gli acquisti per i loro consumi li facevano, e li fanno, a Palermo e negli altri luoghi di provenienza. L'estrema vicinanza di una metropoli come Palermo, anziché innescare un processo di progresso economico a Trabia, finì, nei decenni successivi, per essere la causa della rovina economica di un comune già ricco di produzioni agricole. Infatti Trabia non ha mai potuto usufruire dei maggiori consumi derivanti dallo stanziamento di una popolazione che nel periodo estivo si triplica o quadruplica. Non si è creata l'alternativa produttiva e commerciale al graduale abbandono dell'agricoltura; ma non è tutta colpa della massa dei villeggianti estivi. Il villaggio dei bancari di “Sutt'e mura” aprì le porte ad una lenta speculazione edilizia, negli anni Sessanta e Settanta, fino a quando, cioè, la medesima segnò un vero e proprio trionfo con l'adozione dello sciagurato piano regolatore del 1979 che sancì ed incentivò il sacco edilizio del territorio trabiese.
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