Thursday, May 24, 2007

23 MAGGIO, IL SACRIFICIO DI GIOVANNI FALCONE. "SI DEVE FARE DI PIU' CONTRO LA MAFIA"



Francesco Cipriano, studente di 19 anni, è il piccolo eroe della giornata del 23 maggio 2007 celebrata a Palermo da quindicimila giovani di tutta Italia in onore di Giovanni Falcone. Ha detto senza fronzoli ai vertici istituzionali, accorsi in pompa magna, che la politica deve fare molto di più. “Ogni 23 maggio - dice - voi politici venite qui e vi riempite la bocca di antimafia, ma in Parlamento ci sono 25 condannati in via definitiva , criminali che fanno le leggi”. Poi indicando lo striscione con i volti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino aggiunge: “La vera antimafia l'hanno fatta loro con il sangue...”. Parole pesanti ed efficaci che meritano di essere ricordate. Il 'Professorino' Giuliano Amato non è che le ha gradite molto se dopo qualche minuto dà del 'piccolo capo populista' a Francesco. In poche battute, dette in un luogo fortemente simbolico, l'aula bunker dell'Ucciardone, un giovane intelligente e libero intellettualmente, ha saputo sintetizzare l'atteggiamento della politica di oggi nei confronti della mafia e, nel medesimo tempo, il sentimento di scetticismo della popolazione verso i politici.
Nulla da aggiungere. Solo un piccolo codicillo con riferimento a situazioni politico-amministrative concrete. Premetto che l'amministratore pubblico si esprime prevalentemente con il suo agire, non con le parole. Il giudizio su di lui è basato sui fatti. Forse, per il carattere degli italiani, un certo tasso di retorica è inevitabile, ma questo non arriva ad offuscare la limpidezza della valutazione. La gente si domanda drasticamente: “Che ha fatto?”. Nelle aree geografiche interessate dal fenomeno mafioso ci si pone questa domanda? Ne dubito. Mi sembra che proprio in queste due parole sia racchiusa la forza della mafia, lo stravolgimento di ogni corretto rapporto tra politici ed elettorato. Celebrare solennemente in consiglio comunale la figura di un eroe della lotta contro la mafia, a parte qualche eccesso di patetica retorica, è un fatto positivo. Fermarsi alle parole, senza minimamente scalfire una realtà fortemente compromessa, significa dare alle stesse l'amaro e beffardo sapore dell'ipocrisia e della pretesa fatalità. La coscienza civica cittadina può sopportare lo spettacolo al contempo di un consesso cittadino giustamente tutto in piedi per onorare un grande e la medesima aula vuota al momento delle decisioni per l'emancipazione e il progresso della popolazione, che Giovanni Falcone sognava per tutta la Sicilia?
Antonio Carollo

0 Comments:

Post a Comment

<< Home