A PROPOSITO DELLA CIVILE DISCUSSIONE IN ATTO SUL PIANO REGOLATORE DI TRABIA
Ho preso visione della civile discussione in atto sulle questioni che riguardano il piano regolatore, Come sapete, di questo fondamentale provvedimento di pianificazione territoriale me ne sto occupando su “Lo scrittoio”. Per sapere come la penso in merito basta cliccare su questo website. Ho qualche difficoltà ad interloquire con anonimi. So benissimo che molti si celano dietro un nome fittizio non per ragioni inconfessabili ma per evitare, dicono loro, certe seccature. Non metto in dubbio la loro buona fede. Però mi viene da pensare che qualche furbetto potrebbe aggirarsi tra tanti bellissimi nomi di fantasia. E' certo, con uno pseudonimo è più facile non osservare le usuali norme di responsabilità e di rispetto che devono regolare ogni dialogo interpersonale. Da ciò una certa mia allergia verso questo diffusissimo metodo di rapportarsi con terze persone nel mondo magico di Internet. Spero che mi si voglia perdonare. Il dibattito, di cui dicevo prima, lo trovo oltremodo interessante. Un simile evento forse è la prima volta che accade a Trabia. Non posso che rallegrarmene. Vedete, molte persone, specie i politici, non tutti, parlano e straparlano di comunicazione, di trasparenza, di partecipazione, a volte, sembra, con passione, anche se con un tantino di retorica, di cui noi italiani siamo ammalati. Poi si dimenticano. Io, malizioso, aggiungo: è più facile dire che fare, ed anche più comodo. Internet, questo meraviglioso mezzo, ha fatto cadere molte barriere. Il dialogo, specie tra giovani, si instaura naturalmente, in modo diretto e serrato. Direi, se fosse possibile, alla luce del sole. Chi, per caso, vorrebbe fare il furbino, paga subito pegno, perché la sanzione arriva immediatamente, in termini di conflittualità e di perdita di credibilità. Per questo non consiglio a nessuno di non essere più che sincero, almeno, se può, su Internet. Se si parla di piano regolatore, poi, come sta avvenendo tra il dott. Gianluca Mancuso ed alcuni altri giovani, bisogna avere presente che questa locuzione non ha significato se non include in sé quest'altra: comunicazione, trasparenza, partecipazione. Altrimenti è un'altra cosa, non è uno strumento di programmazione del territorio che riguarda tutti; non voglio pronunciare le parole cattive che mi stanno assediando. Ecco, questi sono alcuni dei pensieri che riesco a fermare leggendo di quel batti e ribatti in corso su Trabia. ,
Antonio Carollo
Antonio Carollo
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