LA NUOVA BIBLIOTECA COMUNALE NON RIMANGA UN CONTENITORE INERTE E SEMIVUOTO
C'è interesse nella Città per la nuova biblioteca comunale. Molto apprezzati sono gli spazi dedicati alla biblioteca dei ragazzi e alle postazioni dei diciassette computer, oltre al giusto posto assegnato alle opere del Premio Letterario Viareggio-Repaci, alle donazioni di Cesare Garboli e di Giovanni e Vera Pieraccini. Adesso si può ripartire. La biblioteca deve interagire col mondo della cultura, con la scuola, con i giovani, con la città. Sarebbe auspicabile il ricorso a quelle forme nuove di creatività ed espressività che una biblioteca oggi è in grado di offrire utilizzando tecniche teatrali, TV, Web. Non solo, quindi, presentazione di libri, seminari, conferenze, incontri, che, però, rimangono la base su cui il pubblico deve contare. Altro discorso riguarda la consistenza e la validità del patrimonio librario della biblioteca stessa. Sappiamo che negli ultimi anni non si sono fatte acquisti di libri. Occorre rimediare al vuoto creatosi. Una biblioteca pubblica non può rinunciare ad intercettare una parte ben selezionata della produzione libraria. Significherebbe ridurre il suo ruolo a pura conservazione di modesti materiali difficilmente utilizzabili. Una biblioteca attiva deve testimoniare la cultura del tempo che attraversa per attirare utenti e studiosi. I tagli di bilancio non la devono uccidere. Gli acquisti vanno ripresi sotto la guida di un gruppo di esperti. Solo così si potrà dire che la rinnovata biblioteca non è un contenitore inerte e semivuoto.
Antonio Carollo
C'è interesse nella Città per la nuova biblioteca comunale. Molto apprezzati sono gli spazi dedicati alla biblioteca dei ragazzi e alle postazioni dei diciassette computer, oltre al giusto posto assegnato alle opere del Premio Letterario Viareggio-Repaci, alle donazioni di Cesare Garboli e di Giovanni e Vera Pieraccini. Adesso si può ripartire. La biblioteca deve interagire col mondo della cultura, con la scuola, con i giovani, con la città. Sarebbe auspicabile il ricorso a quelle forme nuove di creatività ed espressività che una biblioteca oggi è in grado di offrire utilizzando tecniche teatrali, TV, Web. Non solo, quindi, presentazione di libri, seminari, conferenze, incontri, che, però, rimangono la base su cui il pubblico deve contare. Altro discorso riguarda la consistenza e la validità del patrimonio librario della biblioteca stessa. Sappiamo che negli ultimi anni non si sono fatte acquisti di libri. Occorre rimediare al vuoto creatosi. Una biblioteca pubblica non può rinunciare ad intercettare una parte ben selezionata della produzione libraria. Significherebbe ridurre il suo ruolo a pura conservazione di modesti materiali difficilmente utilizzabili. Una biblioteca attiva deve testimoniare la cultura del tempo che attraversa per attirare utenti e studiosi. I tagli di bilancio non la devono uccidere. Gli acquisti vanno ripresi sotto la guida di un gruppo di esperti. Solo così si potrà dire che la rinnovata biblioteca non è un contenitore inerte e semivuoto.
Antonio Carollo
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