A VIAREGGIO E' IN ATTO UNA RIVOLUZIONE SILENZIOSA NEL MODO DI AMMINISTRARE LA COSA PUBBLICA
La creazione della Viareggio Patrimonio srl suscita curiosità nel mondo delle autonomie locali. Diversi comuni hanno chiesto copia dello statuto. Viareggio apre la strada; si pone all'avanguardia? Nell'era postmoderna sembra non bastare più il comune come ci è stato tramandato ed è disegnato dall'ultimo testo unico dell'ordinamento comunale, che non è, beninteso, del medioevo ma del 2.000. Perché non approfittare delle maglie larghe che offre questa disattenta normativa per superare la forma monolitica dell'ente comune sdoppiandolo e circondandolo con una nebulosa di enti minori? Il vecchio comune sarà la mente, il centro decisionale, fatta salva qualche residua incrostazione difficile da rimuovere, quali lo stato civile, l'assistenza, la polizia locale; il nuovo organismo, la Viareggio Patrimonio, con il gruppo di società satelliti, sarà il braccio operativo. Semplice, elementare. Il codice civile viene in soccorso: basta andare dal notaio e creare una società a responsabilità limitata. La struttura del Comune non viene toccata.
Il concetto di servizio pubblico locale, come costruito per consolidata dottrina, viene trasfuso in quello più ampio e generico di servizio comunale, liberando così un campo vastissimo, aperto alla fertile creatività dei nuovi architetti delle strutture autonomistiche. Tutto questo in nome dei tre principi basilari della civiltà occidentale: efficacia, efficienza, economicità. (aggiungerei la parola magica: libertà). Addio a pastoie, vincoli, prescrizioni, divieti, procedure, contraddittori, guarentigie, gare, selezioni, pubblicità degli atti, tutto ciarpame che ritarda, ritarda, in un mondo ormai basato sulla velocità. Se qualcuno obietta che in questo modo i diritti delle persone corrono seri rischi, la risposta è: non è vero, ogni cosa sta al suo posto, essenziali sono i risultati.
Così sotto gli occhi di una città distratta, tra il bailamme della stagione estiva e le beghe, il fervore e l'esplosione del carnevale, si sta portando a termine una vera e propria rivoluzione nelle strutture organizzative e nella gestione della cosa pubblica. La realtà, purtroppo, non è così rosea come descritta dagli architetti del mondo nuovo delle autonomie; le polemiche sulla pletora delle società dipendenti dal comune e sulle presunte scorrettezze perpetrate nelle assunzioni presso la Viareggio Patrimonio sono un piccolo indizio di ciò che domani potrebbe accadere.
Ma procediamo con ordine. In primo luogo colpisce la disinvolta sicurezza con la quale i poteri comunali maneggiano materie e strumenti di estrema delicatezza ed antica tradizione. Nel giro di pochi anni una cittadina di 60.000 abitanti, qual è Viareggio, si ritrova a fare i conti non più con una società (Amag), che si occupava di acqua e di gas, e con un servizio pubblico (rifiuti) dato in concessione a privati o gestito in economia, ma con oltre una dozzina di aziende pubbliche, che si occupano di tutto, con facoltà d’agire sul mercato da vere e proprie imprese industriali, e con la possibilità di costituire nuove aziende da impiantare in Europa e nel mondo (vedi Polonia e Cuba). L'inventività, come s'è visto, non si è fermata qui; si sono intuiti nuovi percorsi e traguardi: si sta costruendo una specie di secondo comune, cui affidare gran parte delle competenze istituzionali svolte da secoli dal Comune con la C maiuscola. Così nasce la Viareggio Patrimonio srl alla quale si trasferiscono beni (con la sola eccezione del demanio) e pezzi di comune sotto forma di servizi. Se si dà uno sguardo alla struttura di questa super società ci si accorgerà che, oltre al presidente, al consiglio di amministrazione e all’assemblea e relativo staff, si sono creati settori analoghi a quelli del Comune (direzione generale, direzione tecnica, direzione amministrativa, direzione finanziaria, e una miriade di altri settori specifici). Lo stesso, più o meno, è avvenuto per ciascuna delle altre società che orbitano attorno alla Viareggio Patrimonio.
Fermiamoci un attimo. Abbiamo idea di quanto costi questo enorme sistema di società in termini di soli emolumenti a presidenti, consiglieri di amministrazione, dirigenti di staff, consulenti esterni, dirigenti amministrativi, finanziari e tecnici, con l'insieme di tutti i loro dipendenti?, mentre il Comune consolida il proprio apparato amministrativo. E' lecito pensare che le conseguenze economico-finanziarie di questo, diciamo, fervore creativo saranno incalcolabili e andranno a gravare soprattutto sulle tasche dei contribuenti.
Antonio Carollo
Il concetto di servizio pubblico locale, come costruito per consolidata dottrina, viene trasfuso in quello più ampio e generico di servizio comunale, liberando così un campo vastissimo, aperto alla fertile creatività dei nuovi architetti delle strutture autonomistiche. Tutto questo in nome dei tre principi basilari della civiltà occidentale: efficacia, efficienza, economicità. (aggiungerei la parola magica: libertà). Addio a pastoie, vincoli, prescrizioni, divieti, procedure, contraddittori, guarentigie, gare, selezioni, pubblicità degli atti, tutto ciarpame che ritarda, ritarda, in un mondo ormai basato sulla velocità. Se qualcuno obietta che in questo modo i diritti delle persone corrono seri rischi, la risposta è: non è vero, ogni cosa sta al suo posto, essenziali sono i risultati.
Così sotto gli occhi di una città distratta, tra il bailamme della stagione estiva e le beghe, il fervore e l'esplosione del carnevale, si sta portando a termine una vera e propria rivoluzione nelle strutture organizzative e nella gestione della cosa pubblica. La realtà, purtroppo, non è così rosea come descritta dagli architetti del mondo nuovo delle autonomie; le polemiche sulla pletora delle società dipendenti dal comune e sulle presunte scorrettezze perpetrate nelle assunzioni presso la Viareggio Patrimonio sono un piccolo indizio di ciò che domani potrebbe accadere.
Ma procediamo con ordine. In primo luogo colpisce la disinvolta sicurezza con la quale i poteri comunali maneggiano materie e strumenti di estrema delicatezza ed antica tradizione. Nel giro di pochi anni una cittadina di 60.000 abitanti, qual è Viareggio, si ritrova a fare i conti non più con una società (Amag), che si occupava di acqua e di gas, e con un servizio pubblico (rifiuti) dato in concessione a privati o gestito in economia, ma con oltre una dozzina di aziende pubbliche, che si occupano di tutto, con facoltà d’agire sul mercato da vere e proprie imprese industriali, e con la possibilità di costituire nuove aziende da impiantare in Europa e nel mondo (vedi Polonia e Cuba). L'inventività, come s'è visto, non si è fermata qui; si sono intuiti nuovi percorsi e traguardi: si sta costruendo una specie di secondo comune, cui affidare gran parte delle competenze istituzionali svolte da secoli dal Comune con la C maiuscola. Così nasce la Viareggio Patrimonio srl alla quale si trasferiscono beni (con la sola eccezione del demanio) e pezzi di comune sotto forma di servizi. Se si dà uno sguardo alla struttura di questa super società ci si accorgerà che, oltre al presidente, al consiglio di amministrazione e all’assemblea e relativo staff, si sono creati settori analoghi a quelli del Comune (direzione generale, direzione tecnica, direzione amministrativa, direzione finanziaria, e una miriade di altri settori specifici). Lo stesso, più o meno, è avvenuto per ciascuna delle altre società che orbitano attorno alla Viareggio Patrimonio.
Fermiamoci un attimo. Abbiamo idea di quanto costi questo enorme sistema di società in termini di soli emolumenti a presidenti, consiglieri di amministrazione, dirigenti di staff, consulenti esterni, dirigenti amministrativi, finanziari e tecnici, con l'insieme di tutti i loro dipendenti?, mentre il Comune consolida il proprio apparato amministrativo. E' lecito pensare che le conseguenze economico-finanziarie di questo, diciamo, fervore creativo saranno incalcolabili e andranno a gravare soprattutto sulle tasche dei contribuenti.
Antonio Carollo
4 Comments:
Caro Antonio,
l'uso di società esterne sta espandendosi un po' in tutta Italia, con risultati molto negativi rispetto al rapporto tra eletti ed elettori. Gli eletti delegano ad altri, di loro completa fiducia, l'operatività dell'amministrazione comunale, mentre ai cittadini viene sempre meno il controllo mentre sparisce del tutto la partecipazione. Ciò che deve farci riflettere è che questo comportamento viene da esponenti politici eredi di partiti che nel passato avevano sempre enfatizzato la partecipazione ed ora agiscono da piccoli cesari o da lillipuziani napoleoni.
C'è bisogno di una ripresa morale. Ed anche un po' più di coraggio in tutta la moltitudine che, specialmente a Viareggio, non va al di là del mugugno.
Moreno Bucci
Caro Antonio,
l'uso di società esterne sta espandendosi un po' in tutta Italia, con risultati molto negativi rispetto al rapporto tra eletti ed elettori. Gli eletti delegano ad altri, di loro completa fiducia, l'operatività dell'amministrazione comunale, mentre ai cittadini viene sempre meno il controllo mentre sparisce del tutto la partecipazione. Ciò che deve farci riflettere è che questo comportamento viene da esponenti politici eredi di partiti che nel passato avevano sempre enfatizzato la partecipazione ed ora agiscono da piccoli cesari o da lillipuziani napoleoni.
C'è bisogno di una ripresa morale. Ed anche un po' più di coraggio in tutta la moltitudine che, specialmente a Viareggio, non va al di là del mugugno.
Moreno Bucci
I Costi della politica.
Mentre sta per passare il vergognoso colpo di spugna del Governo sugli illeciti contabili, sanatoria che riguarda decine di migliaia di amministratori pubblici, colpevoli di reati sul personale e fiscali, nonché di corruzione, tangenti e concussione, una nota positiva arriva da una proposta per diminuire i costi della politica, anche perché sono diventanti veramente insostenibili.....
Tale proposta, che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri proprio in questi giorni, porterebbe il numero massimo di assessori a non più di un quarto (attualmente è un terzo) rispetto al numero dei consiglieri comunali o provinciali, ed introdurrebbe un limite ai compensi dei CdA delle società pubbliche o miste partecipate dagli enti locali, pari al 70% delle indennità di Sindaco o Presidente di Provincia a seconda dei casi. Si vorrebbe, infine, legare alcune indennità dei manager pubblici al rispetto del pareggio di bilancio ed al raggiungimento degli obiettivi del piano industriale.
Anche a livello di Regione Toscana sta cambiando qualcosa. Proprio in questi giorni, “Il Tirreno” in cronaca regionale scrive che il motivo reale della nomina di un manager vero, una milanese di 48 anni, come nuova presidente ARPAT (in sostituzione di un noto viareggino ex parlamentare DS, tra i più pagati dell’intera Regione Toscana) invece di un ex dello stesso partito (si parlava, tra l’altro, di un altro viareggino, già presidente del Parco di Migliarino, direttore dei lavori dell’Ospedale Unico Versilia e molto altro ancora), è dovuta, in realtà, alla necessità di dover sanare una situazione disastrosa. Si era arrivati, infatti, ad un deficit di 4 milioni di Euro nel bilancio 2005, a 742 stipendiati con un dirigente ogni cinque dipendenti, al 75% del bilancio speso per il personale, e si è deciso di andare verso un cambiamento, in favore una maggiore efficienza.
E a Viareggio? A Viareggio, in questo momento, con 10 Assessori + 1 (il Segretario particolare del Sindaco), con la moltiplicazione dei CdA e degli incarichi (talvolta multipli), con compensi molto più elevati rispetto all’indennità del sindaco, con cifre talvolta persino fuori dalle logiche di mercato, e comunque elargite in maniera completamente slegata dai risultati, si continua ad andare in senso contrario. Le scelte, infine, appaiono dettate più da problemi di gestione del potere politico e da necessità di sistemare e mantenere funzionari di partito e nomenklatura varia da difendere poi ad ogni costo che dalla ricerca di una buona ed efficiente amministrazione. Tutto questo, a spese dei cittadini ed a scapito di risorse a disposizione che, per loro natura, sono limitate (vedi vendita della Passeggiata). Sarà il caso di darci una regolata?
Franco Falcini
Cari amici,
scusate per il ritardo. Come risposta alle vostre osservazioni mi sembra possa andar bene il pezzo che ho pubblicato oggi. Comunque, se penso all'enormità di queste costruzioni societarie mi sembra di vivere nell'atmosfera della Palermo degli anni Sessanta.
Eppure siamo nella civilissima Toscana, per giunta a Viareggio, terra di generosi slanci anarcoidi, di sincerità viscerali, di moralità nascoste dietro sberleffi farseschi; mah, ce ne rendiamo conto? Di sicuro saranno calati i mongoli e ci hanno spinto verso il meridione; non quello di oggi, quello di ieri.
Nessuno ha paura del 2008?
Ciao, Antonio
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