Tuesday, January 16, 2007

CLAUDIO MAGRIS IL PRIMO VINCITORE DEL PREMIO VIAREGGIO-TOBINO

Il nuovissimo Premio Letterario Viareggio-Tobino ha fatto il suo debutto incoronando un grande: Claudio Magris. E' curioso che un premio nasca per filiazione da un altro premio: nel caso nostro, dal Premio Letterario Viareggio-Repaci (in pratica uno sdoppiamento; il compianto Enzo Siciliano, volendo ugualmente onorare Mario Tobino, si era limitato a inventare il Premio “Un libro per l’inverno”, a lui intestato). Al Teatro Eden di Viareggio, di fronte ad un numeroso pubblico, formato da appassionati e da scolaresche, si è innanzitutto festeggiato un ospite d'eccezione: Mario Monicelli, reduce dall'aver diretto in Tunisia “Le rose del deserto”, ispirato, tra l'altro, al libro di Tobino “Il deserto della Libia”. Monicelli, interrotto diverse volte da applausi, ha parlato dei suoi incontri da ragazzo con Tobino in Passeggiata, della sua simpatia umana, delle sue battute pronte e intelligenti, della sua predisposizione verso la vita. La sua prosa, ricca di guizzi di lessico e di sintassi, è molto personale. L'idea del film gli è venuta, dice, constatando che il cinema non ha mai trattato le vicissitudini della seconda guerra mondiale. Il libro di Tobino lo ha molto stimolato; è pieno di ironia, di spirito corrosivo; i personaggi sono sempre sopra le righe. Per il film ha utilizzato anche la sua esperienza in precedenti viaggi in Africa e un episodio di un libro di guerra di Giancarlo Fusco. Le figure del siciliano inselvatichito, un bruto, con tante mogli, e del frate che ha un rapporto tutto personale col buon Dio si riferiscono a tipi da lui veramente incontrati. Il film è andato bene. Si dice felice che la sua attività di regista abbia un bel riscontro tra i cittadini di Viareggio.
Alba Donati, segretaria letteraria del Premio, parla della poesia di Tobino; in particolare del libro “Asse di picche”. Legge le poesie “Non si estinguono” e “Tra queste tende”. Si può dire che la prima contenga tutti i temi della sua narrativa. Il luogo per Tobino è importante: il piazzone, Vezzano Ligure, Maggiano. E' uno scrittore delle comunità, la comunità dei soldati in Libia, la comunità dei parenti a Vezzano (“La brace dei Biassoli”), la comunità degli antifascisti (“Il clandestino”), la comunità dei matti (“Le libere donne di Magliano”). La seconda sta al vertice delle poesie di guerra. Gli storici della letteratura hanno difficoltà a dare a Tobino una collocazione. Tra i vari movimenti del Novecento è impossibile classificarlo. Per Tobino bisogna creare un capitolo a parte, come per Sandro Penna. Garboli lo considerava uno scrittore di assoluta solitudine.
L'ultima parte della manifestazione è dedicata alla premiazione di Claudio Magris. La presidente del Premio, Rosanna Bettarini, legge la motivazione scritta di suo pugno. Parla di impegno civile condensato nell'ultimo libro “La storia non è finita”; di scrittura limpida e densa che fonde saggistica e narrazione; di tratto affabile e raffinato che porta il lettore ad interrogarsi e a riconoscersi come parte di una società in perenne trasformazione. Pioniere nella riscoperta della letteratura austriaca, lo scrittore triestino è alla ricerca della consapevolezza necessaria per affrontare il futuro, studia il passato rimanendo immerso nel dramma del presente. Con “Danubio” e “Microcosmi” Magris è l'artefice di una nuova formula narrativa mista tra cultura, società e natura. Alla fine Rosanna Bettarini, a sorpresa, anziché procedere alla sola assegnazione del Premio, proclama Claudio Magris “Autore dell'anno 2007”. Il Premio, consistente in una litografia di Lorenzo Viani e in un assegno, viene consegnato da Mario Monicelli.
Antonio Carollo

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