COSTI DELLA POLITICA E CONSIGLIERI DI CIRCOSCRIZIONE
“Much ado about nothing”. Molto rumore per nulla. Certo, scomodare Shakespeare per le questioni del costo della politica è senz’altro eccessivo; quel celebre titolo, però, calza a pennello. Effettivamente si rischia che le finalità delle nuove norme della Finanziaria sul contenimento di questo tipo di spese cadano nel nulla o quasi. Una cosa è sicura: non si combatte questa battaglia tagliando semplicemente gli emolumenti a presidenti e consiglieri di circoscrizione dei comuni non capoluoghi di provincia; e neanche riducendo compensi e numero di amministratori delle società pubbliche (del resto si tratta di norme difficilmente applicabili, per queste ultime, viste le clausole di salvaguardia inserite). Il costo della politica, a mio avviso, si riduce principalmente intervenendo sull’incredibile crescita del numero delle società inutili. Nella sola Viareggio (piccola città di 60.000 abitanti) da due si è passati a 10/11 società; addirittura se ne sono create anche di operanti a Cuba e in Polonia. Si rendono conto i nostri legislatori delle conseguenze di un simile permissivismo? dell’enormità degli sprechi in atto? Regione per regione di società superflue se ne contano centinaia. Dove sono finiti tutti i bei discorsi di lotta al clientelismo e alle tante incrostazioni parassitarie parapolitiche? Sia chiaro: lo strumento di un’azienda per la gestione di un vero servizio pubblico locale reso direttamente alla popolazione conserva tutta la sua validità. Bisogna intervenire sugli abusi. Sarebbe il primo passo verso il recupero di credibilità per una classe politica ormai così drammaticamente distante da una popolazione sempre più scettica, indifferente e a volte sprezzante nei suoi confronti.
Antonio Carollo
Antonio Carollo
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