Tuesday, January 22, 2008

MASTELLA E IL DRAMMA DEL CARCERE PREVENTIVO




Della bufera abbattutasi su Clemente Mastella e sullo stato maggiore dell'Udeur campano colpisce, oltre alla gravità dei presunti reati ipotizzati dal Gip, anche l'elevato numero delle persone finite in carcere o agli arresti domiciliari. Non so, forse la mala amministrazione ci ha abituate alle denunce, anche clamorose come in questo caso, per cui ci meravigliamo, ci indigniamo, certo, per il disgusto delle malefatte scoperte, non sempre penalmente rilevanti, ma non ci scomponiamo più di tanto; fa senso, invece, vedere in galera o agli arresti domiciliari i protagonisti di queste stesse vicende giudiziarie. Non si tratta solo di un dramma personale: levare la libertà ad una persona è come privarla dell'anima; immagino sarà un trauma sconvolgente, di quelli che portano alla disperazione e, qualche volta, alla depressione patologica e al suicidio; è anche una ferita profonda per una comunità, che turba gli animi e fa sorgere contrasti incontrollabili di sentimenti, a meno che la vicenda non riguardi individui palesemente dediti al crimine. Credo che la potestà di privare della libertà una persona sia la più alta responsabilità che la legge assegna al giudice. Ecco il punto. Io non sono garantista in ogni caso e ad ogni costo. Ci sono atti di evidente delinquenza perpetrati da criminali incalliti che non possono essere valutati alla stregua di tanti altri di minore pericolosità sociale. Il compito del giudice è fondamentale; professionalità, indipendenza, equilibrio, onestà mentale non gli devono mancare. Non dubito che la stragrande maggioranza dei Pm e dei Gip possiedano questi requisiti. Anzi posso dire che essi rappresentano la punta più avanzata del complesso degli organi istituzionali schierati nella difesa della legalità e della sicurezza. Ma le persone assegnate a queste delicatissime funzioni sono tutte attrezzate per il rigoroso svolgimento dei loro compiti? Qualche volta mi viene da pensarci. Sono troppi gli indagati sottoposti per mesi a custodia preventiva e poi assolti perché il fatto non sussiste o non costituisce reato o perché l'imputato non l'ha commesso. Entrano in carcere, spesso, fiorenti personalità ed escono larve umane, uomini o donne distrutti nello spirito e nel corpo. Sono due le formule che non di rado sembra che trasformino lo Stato di diritto in Stato di polizia: il pericolo di fuga e l'inquinamento delle prove. Lasciando da parte il pericolo di fuga, per il quale spesso non c'è motivo di applicazione, la spada di Damocle sul capo di ogni indagato sono le manette inflitte per evitare la possibilità di inquinamento delle prove. Qui l'attuale estesa discrezionalità del giudice desta molte preoccupazioni. A mio parere su questo questione occorre la mobilitazione della migliore scienza giuridica e della sensibilità politica del legislatore, oltre che la costante vigilanza del Csm e dei vertici della stessa magistratura.

LA SICILIA DEI CANNOLI DI TOTO' CUFFARO?




LA SICILIA DEI CANNOLI DI TOTO' CUFFARO?
Ha fatto il giro dei maggiori quotidiani la foto di Totò Cuffaro che dopo una condanna a cinque anni di reclusione festeggia felice al Palazzo D'Orleans offrendo cannoli agli amici. Sicilia, che ne sarà di te? Che te ne fai degli abilissimi procacciatori di voti se tutto si risolve poi nella perversa costruzione e nel mantenimento di un potere basato sulla più certosina distribuzione e occupazione dei posti chiave e sulla gestione di clientele, senza un minimo di strategia per farti uscire dal sottosviluppo. Vedi? è tutto fermo. Il sistema dei trasporti pubblici è quello dell'Ottocento. Se voglio andare da Palermo a Siracusa impiego una giornata. Se mi ammalo, Dio ce ne scampi. La ASL sono centri di potere, di sprechi e di inefficienze, oltre che di malasanità. Anche le strutture indispensabili (ad esempio i centri di dialisi) sono appaltati lautamente ai privati. La cementificazione selvaggia sta distruggendo i più bei paesaggi del mondo. Vieni a vedere cosa succede lungo la tua fascia costiera: le maestose mitiche bellezze naturali della Sicilia sono deturpate a gara dai più biechi speculatori e da privati accecati dal proprio interesse. Le attività economiche languono per lo strapotere della malavita organizzata. Liberati dal cancro della mafia! Crea cento, mille associazioni come quella di “Addiopizzo”; buttati con passione in azioni di contrasto e di resistenza come quella iniziata dalla Confindustria siciliana. Non basta l'opera della magistratura e delle forze dell'ordine. Educa il tuo corpo insegnante ad educare i propri allievi nel culto della piena libertà, senza alcun vincolo di sudditanza o timore. Cara Sicilia, fai un passo in avanti, esci dalle misere, furbastre e strapaesane logiche da prima repubblica. Non permettere che sia ancora offesa la tua dignità!

Wednesday, January 16, 2008

MASTELLA E LE TENSIONI TRA I POTERI DELLO STATO





L’ennesimo caso Mastella: la moglie, Sandra Lonardo, presidente del consiglio regionale della Campania, viene chiusa agli arresti domiciliari per tentata concussione, il marito, Clemente Mastella, Ministro di Giustizia si dimette dalla sua carica. .Gli arresti domiciliari sono scattati per altri esponenti politici dell’Udeur. Dell’accusa, ad oggi, non si sa quasi nulla. Si parla di una sfuriata della Lonardo nei confronti di un direttore generale di ASL per motivi, fino a questo momento, poco chiari.. Mastella con le sue dimissioni fa esplodere clamorosamente il caso in pieno Parlamento accusando il magistrato autore del provvedimento e una parte della magistratura che, a suo dire, lo terrebbero nel mirino. Di fronte a un ministro che dice di aver paura, di essere perseguitato, di aver ricevuto negli ultimi mesi il triplo di avvisi di garanzia rispetto a quelli avuti nei precedenti trent’anni di vita politica, che dichiara, con la voce rotta dall'emozione, di scegliere l'amore per la famiglia tra quest'ultima e la politica, i nostri senatori insorgono all'unisono. Vibrano le corde della solidarietà: il Parlamento è con lui Il Capo del Governo respinge immediatamente le dimissioni da ministro per ragioni di umanità e per ovvie questioni di equilibri politici. Il Ministro non ha alcuna colpa si dice subito: è giusto che rimanga al suo posto (non si sa ancora che anche lui è stato colpito da un avviso di garanzia). Fioccano le dichiarazioni a suo favore e contro la magistratura. Non occorre informarsi sui fatti che stanno alla base del provvedimento del giudice: il complotto dei magistrati contro la politica è dato per scontato da buona parte dei nostri padri coscritti. Per fortuna i mass media non si sottrarranno al dovere di fornire un'informazione puntuale e completa sui fatti e i misfatti della cronaca. I cittadini verranno a sapere la verità, nonostante le restrizioni alla diffusione delle intercettazioni. Mi sembra sempre più difficile coprire col polverone delle accuse alla magistratura il peso e la verità dei fatti, se accertati dai giudici in modo incontrovertibile. Spero che Mastella, la moglie e i suoi amici di partito possano uscire indenni da questa bufera, per la salvaguardia del loro onore e per il decoro della classe politica e della stessa Repubblica, specie dopo la disastrosa caduta d'immagine a causa della tragedia dell'immondizia. La gente ha sete di imparzialità e di verità. Moderazione e rispetto dei ruoli devono improntare i rapporti tra politica e magistratura, tra inquirenti e indagati. Non va bene che i giudici esagerino nei provvedimenti di restrizione della libertà personale (da considerare sacra in democrazia), non va bene che i politici indagati rovescino sugli inquirenti tutto il loro potenziale d'influenza e d'intimidazione. Oltretutto è ingiusto e sleale nei confronti del comune cittadino che può affidarsi soltanto ai normali mezzi di difesa garantiti dalla legge. I politici si tolgano dalla mente che ogni atto giudiziario che li riguardi costituisca un attacco del potere giurisdizionale contro quello politico e amministrativo. Questa disinvolta e furbesca interpretazione non porta a nulla di buono. La tensione tra i poteri fondamentali dello Stato democratico genera confusione e rallentamenti nell'azione di governo, oltre che concreti pericoli di tenuta dello stesso ordinamento statuale. Non sarebbe accettabile una nuova campagna di delegittimazione della magistratura in un'Italia che è uscita da poco, provata ma più matura, dalla tremenda prova di tangentopoli. Non sono più possibili i rovesciamenti di fronte per cui i malfattori sono le vittime e i giudici i persecutori, fatti salvi i casi di effettiva malafede su cui il CSM è chiamato a vigilare attivamente.

Tuesday, January 01, 2008

UN SOLO AUSPICIO PER IL 2008: PORTE APERTE ALLA PARTECIPAZIONE




Quel che mi auguro per il 2008 per la Città di Viareggio può racchiudersi in una sola parola: partecipazione. Esistono 14 0 15 comitati cittadini. Essi si occupano dei più importanti problemi della Città come asse di penetrazione, difesa del patrimonio comunale, viabilità, Carnevale, edilizia, pianificazione urbanistica e salvaguardia dell'ambiente, eccetera. La Città è sveglia e vigile. Sente molto il pericolo dello stravolgimento delle sue caratteristiche edilizie da parte di certi potentati immobiliari e affaristici. E' consapevole che per il settore edilizio bastano il recupero delle vecchie case e la creazione di alloggi a misura di famiglia per mezzo dell'edilizia sovvenzionata e agevolata e dell'iniziativa di cooperative e di singoli privati. I cittadini vogliono che i figli possano abitare nella loro città e non essere costretti ad andare in 'esilio' in altre località per i prezzi stratosferici pretesi dagli speculatori. Gli appartamenti turistici, che rimangono vuoti quasi tutto l'anno, non servono a Viareggio: la deturpano e la svuotano. Impedire altri saccheggi edilizi significa difendere l'avvenire turistico di Viareggio e la giusta aspirazione di ogni nuova famiglia che si forma di acquistare l'alloggio a prezzi equi e di vivere nel proprio ambiente. I comitati e la cittadinanza sono sensibili verso questi problemi. Non gli si possono propinare soluzioni già confezionate. Vogliono partecipare alle decisioni, vogliono garanzie! Il 2008 è anno di elezioni comunali. Esse sicuramente premieranno le forze che s'impegneranno con serietà ad aprire le porte del palazzo. Consultazione, ascolto, partecipazione sono oggi strumenti indispensabili per la gestione della cosa pubblica. Gli Amministratori non potranno più chiudersi nelle loro segrete stanze.