Sunday, January 28, 2007

CENTRALE, COME FINIRA'?

Dal blog abicinema-versilia.splinder.com di Umberto Guidi

domenica, 28 gennaio 2007

Centrale, come finirà?

Lo sfratto del cinema Centrale è stato evitato, con una proroga (l'ultima?) che fissa l'esecuzione al 1° giugno. Rallegriamocene. Dalle dichiarazioni del sindaco Marcucci si deduce che la giunta comunale sia orientata a separare le sorti dell'attuale gestore, Mario Carmignani, da quella della sala. Sembra di capire che una possibile soluzione di compromesso passi attraverso la liquidazione del Carmignani, forse inviso alla proprietà. Per il resto, lo sbocco finale si mostra abbastanza incerto. Se il Comune (attraverso la Patrimonio srl) acquistasse il Centrale, è chiaro che non può 'donarlo' all'attuale gestione. Tuttavia mi sembra che Mario Carmignani (la cui famiglia gestisce la sala dal 1948) abbia acquisito qualche merito e anche qualche diritto. L'attuale gestore è subentrato al padre nel 1978 e da allora ha sempre orientato la programmazione verso il cinema di qualità. Questo conterà pure qualcosa. Se invece il Comune non comprasse la sala ma 'convincesse' la parrocchia a non ridurre il cinema a una saletta da 100 posti, rimarrebbe in piedi il problema della programmazione. Anche se conservasse 200 o più posti, se il Centrale diventasse un cinema parrocchiale, non credo che sarebbe la stessa cosa. Che ne pensate?

Commenti

#1 28 Gennaio 2007 - 12:29

Buongiorno, quello che penso io: 1- il Comune di Viareggio si DEVE mobilitare a cercare soluzioni alternative e VALIDE: il 1 giungo arriva velocemente. 2- Tali soluzioni devono essere accessibili, accattivanti e intelligenti 3- i gestori del Cinema Centrale hanno tutto il merito a rimanere nei loro ruoli. Quindi: che sia in via Battisti o in altro posto, nello stabile di proprietà di S. Andrea o del Comune o del sig. Carmignani: l'attività del Cinema Centrale e la sua programmazione non devono finire. A chi di dovere valutare l'importanza del Cinema Centrale e della sua gestione. Una cosa è certa: se S.Andrea reclama con ardore la saletta, un motivo (che io non so) ci deve essere, quindi sperare che poi la vita del Cinema non ne risenta è inutile. Un saluto, Alessandra


AleLuna

#2 28 Gennaio 2007 - 14:02

Umberto, sottoscrivo quello che dice AleLuna. Aggiungo: il Comune dovrebbe tentare di acquistare il locale e subito dopo promuovere la costituzione di una pubblic company a cui rivenderlo. Se la questione sta a cuore (giustamente) a tanta gente, le si dia la possibilità di tradurre questo 'interesse' in un concreto intervento, sottoscrivendo una quota di azioni della nuova società. Il limite da porre per ogni sottoscrizione, riconducibile ad una persona o ad un'impresa, a mio avviso, non dovrebbe superare il 2-3 per cento del capitale. La pubblic company dovrebbe, poi, riconfermare l'affidamento della gestione alla famiglia Carmignani. Credetemi, la mia non è una suggestiva fantasia; tutto dipende dalla voglia della cittadinanza di non vedersi privata del Cinema Centrale e dalla grinta e dall'abilità politico-amministrativa dell'Amministrazione comunale, supportate con convinzione dalla mobilitazione delle forze politiche. Qualcuno potrebbe ripetere il solito ritornello "Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare", standosene a guardare. Sì, è vero, niente è facile. Però smettiamola di aspettarci tutto dagli altri. La folla, che si è radunata l'altro giorno per protestare contro lo sfratto, dia una svolta a questo suo movimento. Non mi sembra neanche giusto che la Chiesa rinunci per l'eternità all'utilizzo del valore in denaro delle sue immobilizzazioni edilizie; diamole la possibilità di impiegare il ricavato del prezzo di mercato del Centrale in opere più congeniali alla sua alta missione nella nostra comunità. Accetta da me un "BRAVO" per il tuo impegno. Ciao, Antonio


soprana

Tuesday, January 23, 2007

I GIOVANI E LA POLITICA

La bloggheria è un mondo straordinario dove specie i giovani scatenano la loro creatività. I meno giovani come me credo abbiano molto da imparare da loro. In uno dei Website più sfolgoranti per intelligenza e satiresca brillantezza mi sono imbattuto in un dialogo a colpi di post sulle condizioni non certo esaltanti di strade e piazze della Città. Ad un certo punto è venuta fuori la proposta di andare ad assistere alle sedute del consiglio comunale per conoscere meglio i problemi della comunità. L'idea è piaciuta e adesso diversi giovani si stanno organizzando per ritrovarsi tra il pubblico del consiglio.
Il sottoscritto, tronfio per la sua esperienza di lavoro e di vita, si è permesso di rifilare loro questa specie di sermone certamente non degno, come altri, di eventuale risonanza televisiva cittadina.
“Ragazzi, è apprezzabile il vostro interesse per i problemi della Città. Non si può dire così di tutti i giovani. Molti pensano solo a divertirsi e alla loro vita privata, come del resto è giusto che sia alla loro età. Assistere ai lavori del consiglio comunale, rendersi conto di ciò che è al centro del dibattito cittadino è un bel passo avanti. Ho paura però che i metodi in uso e le procedure più o meno complesse, le lentezze, l’opinabilità, a volte, delle idee espresse dai consiglieri finiscano per provocare in voi stupite delusioni e sortiscano l’effetto contrario: quello di allontanarvi viepiù dalla politica. Il modo migliore, a mio avviso, per incanalare questa vostra ‘rabbia’ e renderla effettivamente produttiva di risultati, anche se non immediati, è scegliersi un partito che abbia un Dna in sintonia con i propri pensieri e i vostri orientamenti, ed iscriversi . Badate, è dura anche lì. Non è tutto rose e fiori. C’è da lottare per affermare le proprie idee. Le incrostazioni egoistiche esistono, ma non tutto è negativo. Il partito dà spazio al dibattito e al contributo di tutti. Avrete la possibilità di conoscere a fondo certi risvolti di pronunciamenti, fatti, posizioni, atteggiamenti, ipocrisie, miserie, e pure generosità, impegno, sacrificio, lungimiranza, disinteresse. Tutti elementi di crescita umana e culturale. La partecipazione è un’arma formidabile nella battaglia quotidiana per il cambiamento di una realtà spesso insulsa, insoddisfacente, dominata da avidità e sete di potere. Non sempre le parole volano via; possono essere anche pietre, macigni. Ricordatevi che il semplice fatto della vostra stessa presenza toglie spazio e ossigeno a coloro che usano la politica per fini strettamente personali.Adesso mi fermo, un sermone è sempre un sermone, anche se non è fatto da un presidente ma da un modest’uomo qualunque quale io sono. Ciao.Antonio”
IN MARGINE AD UNA INTERVISTA A PIERO GRASSO, procuratore nazionale antimafia, apparsa sul settimanale online “Girodivite”.

Il Procuratore, all’intervistatore Francesco Verrico che gli chiede quali sono le condizioni per realizzare il sogno di una Sicilia senza mafia, risponde: “Quando…si incomincerà ad avere la collaborazione di tutte quante le istituzioni dello Stato e tutti i cittadini faranno la loro parte”.

Il mio commento:

Gentile Direttore, qualche anno fa ho avuto modo di ascoltare il dott. Piero Grasso, ancora capo della Procura della Repubblica di Palermo, in occasione della Festa del Prc a Viareggio. Da quel dibattito sulla mafia ricordo di aver tratto l’impressione sorprendente di un’amabile e garbata conversazione tra amici perché sapevo, e so, con quanto impegno questo valoroso magistrato svolge il proprio lavoro. Adesso, leggendo l’intervista, mi è tornato il medesimo pensiero. Non conosco da vicino il dott. Grasso; questa sua maniera di porgere farà parte, penso, di un carattere portato naturalmente all’affabilità. La materia trattata, però, appartiene ad una realtà orribile. Sappiamo che le forze dell’ordine e la magistratura fanno quanto è in loro potere; noi cittadini non ci rendiamo sufficiente conto del coraggio e del sacrificio di questi uomini. Ma bisogna anche constatare l’inutilità di ripetere le solite formule, o invocazioni, per un’assunzione di responsabilità da parte di istituzioni e cittadini. Lo Stato e la classe dirigente, invece, a mio avviso, dovrebbero lavorare affinché questo risultato possa realizzarsi effettivamente. Un costume secolare, una cultura, la brutale paura, il senso di fatalità e d’impotenza non sono cose che si cancellano con la sola buona volontà dei singoli. Occorrerebbero un grande sforzo d’analisi, una lucidità di visione, una straordinaria intelligenza nella ricerca dei rimedi possibili, l’entusiasmo di operare per la realizzazione di un ideale; tutte cose che, in questa società dedita all’effimero e alla lotta continua per la conquista e il mantenimento del potere, non riesco neanche ad immaginare. Con i più cordiali saluti. Antonio Carollo

Thursday, January 18, 2007

NOVITA' ALLA PREMIAZIONE DI CLAUDIO MAGRIS

Quest’anno non si può dire che il 16 gennaio, 97° anniversario della nascita di Mario Tobino, sia stato un evento commemorativo di routine. “Un libro per l’inverno”, segnalazione-premio in nome di Tobino ideato da Enzo Siciliano, all’improvviso è diventato “Premio Letterario Viareggio-Tobino”. Così oggi abbiamo due “Premio Letterario Viareggio”: uno intestato a Leonida Repaci e l’altro a Mario Tobino. Sono convinto che l’arte dello scrittore viareggino meriti questo ed altro; lo leggo e ogni volta m’incanta. Però mi sembra che sia stata messa in gioco l’identità stessa del Premio ignorando la sua prestigiosa tradizione. Repaci vivo, a quest’ora saremmo a far la cronaca di una clamorosa lite in tribunale. Ma le novità nella mattinata al Teatro Eden non si sono fermate qui. La neo presidente Rosanna Bettarini, non ha dichiarato Claudio Magris vincitore del neonato Premio Letterario Viareggio-Tobino ma lo ha proclamato solennemente, al termine della lettura della motivazione, “Autore dell’anno 2007”. Mi sorge spontanea qualche domanda: di quali poteri si è servita per una così impegnativa proclamazione? Ha in tasca per caso gli esiti di consultazioni tra appartenenti al mondo letterario italiano o tra semplici lettori? Non è perlomeno azzardato operare una scelta di questo genere nei primi giorni dell’anno?
Antonio Carollo

Tuesday, January 16, 2007

CLAUDIO MAGRIS IL PRIMO VINCITORE DEL PREMIO VIAREGGIO-TOBINO

Il nuovissimo Premio Letterario Viareggio-Tobino ha fatto il suo debutto incoronando un grande: Claudio Magris. E' curioso che un premio nasca per filiazione da un altro premio: nel caso nostro, dal Premio Letterario Viareggio-Repaci (in pratica uno sdoppiamento; il compianto Enzo Siciliano, volendo ugualmente onorare Mario Tobino, si era limitato a inventare il Premio “Un libro per l’inverno”, a lui intestato). Al Teatro Eden di Viareggio, di fronte ad un numeroso pubblico, formato da appassionati e da scolaresche, si è innanzitutto festeggiato un ospite d'eccezione: Mario Monicelli, reduce dall'aver diretto in Tunisia “Le rose del deserto”, ispirato, tra l'altro, al libro di Tobino “Il deserto della Libia”. Monicelli, interrotto diverse volte da applausi, ha parlato dei suoi incontri da ragazzo con Tobino in Passeggiata, della sua simpatia umana, delle sue battute pronte e intelligenti, della sua predisposizione verso la vita. La sua prosa, ricca di guizzi di lessico e di sintassi, è molto personale. L'idea del film gli è venuta, dice, constatando che il cinema non ha mai trattato le vicissitudini della seconda guerra mondiale. Il libro di Tobino lo ha molto stimolato; è pieno di ironia, di spirito corrosivo; i personaggi sono sempre sopra le righe. Per il film ha utilizzato anche la sua esperienza in precedenti viaggi in Africa e un episodio di un libro di guerra di Giancarlo Fusco. Le figure del siciliano inselvatichito, un bruto, con tante mogli, e del frate che ha un rapporto tutto personale col buon Dio si riferiscono a tipi da lui veramente incontrati. Il film è andato bene. Si dice felice che la sua attività di regista abbia un bel riscontro tra i cittadini di Viareggio.
Alba Donati, segretaria letteraria del Premio, parla della poesia di Tobino; in particolare del libro “Asse di picche”. Legge le poesie “Non si estinguono” e “Tra queste tende”. Si può dire che la prima contenga tutti i temi della sua narrativa. Il luogo per Tobino è importante: il piazzone, Vezzano Ligure, Maggiano. E' uno scrittore delle comunità, la comunità dei soldati in Libia, la comunità dei parenti a Vezzano (“La brace dei Biassoli”), la comunità degli antifascisti (“Il clandestino”), la comunità dei matti (“Le libere donne di Magliano”). La seconda sta al vertice delle poesie di guerra. Gli storici della letteratura hanno difficoltà a dare a Tobino una collocazione. Tra i vari movimenti del Novecento è impossibile classificarlo. Per Tobino bisogna creare un capitolo a parte, come per Sandro Penna. Garboli lo considerava uno scrittore di assoluta solitudine.
L'ultima parte della manifestazione è dedicata alla premiazione di Claudio Magris. La presidente del Premio, Rosanna Bettarini, legge la motivazione scritta di suo pugno. Parla di impegno civile condensato nell'ultimo libro “La storia non è finita”; di scrittura limpida e densa che fonde saggistica e narrazione; di tratto affabile e raffinato che porta il lettore ad interrogarsi e a riconoscersi come parte di una società in perenne trasformazione. Pioniere nella riscoperta della letteratura austriaca, lo scrittore triestino è alla ricerca della consapevolezza necessaria per affrontare il futuro, studia il passato rimanendo immerso nel dramma del presente. Con “Danubio” e “Microcosmi” Magris è l'artefice di una nuova formula narrativa mista tra cultura, società e natura. Alla fine Rosanna Bettarini, a sorpresa, anziché procedere alla sola assegnazione del Premio, proclama Claudio Magris “Autore dell'anno 2007”. Il Premio, consistente in una litografia di Lorenzo Viani e in un assegno, viene consegnato da Mario Monicelli.
Antonio Carollo

Monday, January 08, 2007

COSTI DELLA POLITICA E CONSIGLIERI DI CIRCOSCRIZIONE

“Much ado about nothing”. Molto rumore per nulla. Certo, scomodare Shakespeare per le questioni del costo della politica è senz’altro eccessivo; quel celebre titolo, però, calza a pennello. Effettivamente si rischia che le finalità delle nuove norme della Finanziaria sul contenimento di questo tipo di spese cadano nel nulla o quasi. Una cosa è sicura: non si combatte questa battaglia tagliando semplicemente gli emolumenti a presidenti e consiglieri di circoscrizione dei comuni non capoluoghi di provincia; e neanche riducendo compensi e numero di amministratori delle società pubbliche (del resto si tratta di norme difficilmente applicabili, per queste ultime, viste le clausole di salvaguardia inserite). Il costo della politica, a mio avviso, si riduce principalmente intervenendo sull’incredibile crescita del numero delle società inutili. Nella sola Viareggio (piccola città di 60.000 abitanti) da due si è passati a 10/11 società; addirittura se ne sono create anche di operanti a Cuba e in Polonia. Si rendono conto i nostri legislatori delle conseguenze di un simile permissivismo? dell’enormità degli sprechi in atto? Regione per regione di società superflue se ne contano centinaia. Dove sono finiti tutti i bei discorsi di lotta al clientelismo e alle tante incrostazioni parassitarie parapolitiche? Sia chiaro: lo strumento di un’azienda per la gestione di un vero servizio pubblico locale reso direttamente alla popolazione conserva tutta la sua validità. Bisogna intervenire sugli abusi. Sarebbe il primo passo verso il recupero di credibilità per una classe politica ormai così drammaticamente distante da una popolazione sempre più scettica, indifferente e a volte sprezzante nei suoi confronti.
Antonio Carollo

Tuesday, January 02, 2007

Auguri

Per un felice Anno Nuovo auguro alla Città di Viareggio:
- Che i partiti politici dimostrino una maggiore sensibilità
democratica attraverso una più puntuale percezione di esigenze, bisogni, desideri per una lungimirante impostazione di strategie e indirizzi in stretto rapporto con la popolazione.
- Che il consiglio comunale svolga effettivamente il suo ruolo di
indirizzo e di controllo evitando di adagiarsi sull'umiliante
posizione di organo di ratifica.
- Che il consiglio comunale approvi presto il regolamento per lo svolgimento dei referendum per rendere effettivo il diritto dei cittadini ad intervenire sui problemi più importanti della città.
- Che l'Amministrazione comunale adotti provvedimenti decisivi per
scoraggiare la speculazione edilizia e scongiurare lo sconvolgimento delle tradizionali e peculiari caratteristiche della città; per assecondare al massimo la sua vocazione turistica; per migliorare le condizioni di vivibilità dei cittadini. In particolare: faccia una riflessione sui possibili danni che sicuramente produrrà l'attenuazione dei vincoli di tutela dei viali a mare (vedi vendita dei diritti di superficie della Passeggiata), visti i disastrosi precedenti riguardanti lo scempio del Liberty lungo gli stessi viali; salvaguardi l'integrità, la fruibililità e il fascino dello storico quartiere della Darsena evitando di farlo attraversare dal cosiddetto asse di penetrazione; dedichi maggiore attenzione e risorse alle manutenzioni e all'aspetto estetico di vie e piazze, all'igiene pubblica, alla cura dell'inestimabile patrimonio rappresentato dalle pinete che, insieme alle spiagge, al porto turistico, alla Passeggiata fanno di Viareggio una città unica al mondo; migliori la viabilità, impedisca che il traffico soffochi la vita cittadina, attui il piano dei parcheggi secondo le esigenze dei residenti e dei turisti, senza pregiudicare la bellezza delle piazze del centro con la costruzione di antiestetici autosili;
-Che il Premio Letterario Viareggio-Repaci, pur nel rispetto della sua tradizione, adegui il suo modo di essere alle esigenze di una società proiettata verso il futuro contribuendo con incisività alla sua crescita culturale.
-Che le fondazioni vengano affidate alla passione delle forze più illuminate, e professionalmente attrezzate, del volontariato culturale, estranee alle conventicole del sottogoverno dei partiti.
-Che ritorni a Viareggio la grande arte con l'allestimento, almeno una volta l'anno, di mostre delle opere di maestri italiani e stranieri.
-Che ritornino a Viareggio i grandi personaggi della cultura, letterati, artisti, scienziati, per ridare smalto ad una città che sembra irreversibilmente avviata verso un declino inglorioso, in mezzo a guazzabugli e velleità di stampo strapaesano.
-Che le strutture culturali siano aperti alla partecipazione e all'apporto dei diversi orientamenti politico-culturali presenti in città, senza esclusioni e senza pretese egemoniche.
-Che si completino gli interminabili lavori al Palazzo delle Muse per dotare finalmente la città di una struttura ormai indispensabile per il progresso culturale di Viareggio e della Versilia.
-Che la tanto sognata città della musica in riva al Massaciuccoli prenda forma e consistenza per essere completata nel 2008.
-Che venga trovata una definitiva e degna collocazione della Villa Borbone nel panorama delle attività e delle strutture culturali della Versilia.
-Che EuropaCinema, con adeguati investimenti, diventi il Festival di riferimento della ricca, importante e semisconosciuta produzione cinematografica dei paesi europei.
-Che la Fondazione Mario Tobino si svegli dall'inspiegabile letargo in cui sembra sia caduta per svolgere in pieno il suo compito di studio, valorizzazione e diffusione dell'opera dello scrittore viareggino.
-Che la Cittadella del Carnevale si avvii, con strategie e programmi lungimiranti, ad assumere il ruolo di polo versiliese estivo della musica e dello spettacolo di giovani per i giovani.
-Che decolli il progetto del palacongressi senza cedimenti alle lusinghe di forze speculative ma in sintonia col tessuto produttivo della città.
-Che si risolvano i problemi della viabilità di Torre del Lago con un nuovo collegamento con L'Aurelia Nuova e con l'apertura di un casello di accesso all'autostrada Genova-Livorno.
- Che l'Amministrazione comunale riconsideri le effetive esigenze di
gestione dei servizi pubblici ridimensionando il numero delle
aziende partecipate, dei relativi amministratori e dipendenti e l'entità degli emolumenti per evitare di inasprire la pressione fiscale e tariffaria sui contribuenti ed eliminare alla radice i sospetti di una gestione clientelare e parassitaria dei vari rami della cosa pubblica.
-Che venga eliminata l'elefantiaca super società Viareggio Patrimonio, quasi un doppione del Comune, destinata ad ingoiare ingenti risorse finanziarie in dispregio alle rigide misure di contenimento delle spese adottate dal Governo e alle discipline rigorose che regolano l'azione della pubblica amministrazione.
- Che con una oculata politica di lotta agli sprechi e all'evasione fiscale, di economie sulle spese correnti e di sviluppo degli investimenti, a livello nazionale ma anche regionale e locale, si possa incrementare l'occupazione per ridare un futuro ai nostri giovani.
-Che nel sociale non si allenti la tensione per l'apprestamento di servizi sempre più rispondenti alle esigenze degli anziani, dei bambini, degli studenti, dei giovani, dei soggetti economicamente più deboli, dei diversamente abili, senza trascurare gli interventi per l'integrazione degl extracomunitari.
Antonio Carollo