Monday, October 29, 2007

VIAREGGIO INVIVIBILE?

Viareggio invivibile? Per strada, nei caffè, sui blog, sui giornali si sente dire e si legge di una Viareggio distrutta, sporca, degradata. Si spara a zero contro la gestione del carnevale, le torri del teatro pucciniano, contro la mancanza dei parcheggi, i cantieri nell'area dell'ex al Latino Americano, l’invasiva cementificazione ad opera di grossi gruppi immobiliari. Per molti la città è divenuta invivibile. E' veramente così? Ad una giovane, che parlava di una Viareggio disastrata e della sua voglia di andar via, ho risposto che a me bastano delle passeggiate in 'Passeggiata', in spiaggia, al molo, in pineta per sentirmi appagato e del tutto alieno da ogni desiderio di fuga. Ma il disagio esiste; non condivido il pessimismo esasperato: mi sembra si esageri; in qualche caso rasenta la smania patologica di infierire a tutti i costi. Sono per una critica realistica e costruttiva. contro tutto ciò che è trascuratezza, inefficienza, spreco. E' giusto dire che Viareggio necessita di un cambiamento nelle strategie amministrative. Il mandato amministrativo che scaturirà dalle elezioni amministrative del 2008 dovrebbe segnare una sospensiva della politica delle grandi opere, un ripensamento della galassia delle società pubbliche, una maggiore attenzione alle politiche della quotidianità cittadina, della difesa delle peculiarità edilizie storiche e dell'ambiente, del turismo, della cultura, dello sport. Fermo rimanendo che si dovrà risolvere il problema dei parcheggi e completare le opere avviate (asse di penetrazione, triangolino, palacongressi). A Viareggio c'è da fare: altro che piangersi addosso o accarezzare l'idea della fuga!

Monday, October 22, 2007

UNA VISITA AL SINDACO

Luglio 2007. Sono andato al municipio a fare una visitina al mio vecchio amico Totò Piazza. Mi ha ricevuto immediatamente interrompendo un colloquio di lavoro con un’impiegata. L’ufficio è grande, luminoso e arredato con una certa signorilità. C’ero stato nel 1993, ricevuto dall’altro amico sindaco Nicola Lo Bue, per discutere i preparativi di un’iniziativa culturale intitolata “Concerto di poesia”, che poi si tenne sul piazzale della scuola elementare con la partecipazione di sei valorosi poeti palermitani, due giovani attori e un chitarrista. Totò è stato, come al solito, molto affettuoso e comunicativo. Mi ha parlato dei problemi e delle difficoltà che un sindaco deve affrontare quotidianamente, delle pastoie burocratiche che si devono pazientemente superare per ottenere autorizzazioni, approvazioni, pareri, contributi, finanziamenti dalle autorità regionali e provinciali. L’ho trovato molto determinato e impegnato nel suo lavoro di sindaco, che svolge con orari da stacanovista. Com’è noto egli con la sua lista civica ha avuto il consenso trasversale dell’elettorato trabiese. Dopo un periodo burrascoso, contrassegnato da uno scioglimento del consiglio comunale per mafia, da arresti di personaggi eccellenti, da rinvii a giudizio, Trabia si è stretta attorno alla figura di Totò Piazza per riportare la barca su una rotta di decenza amministrativa e di possibile sviluppo della comunità. Ci sta riuscendo? Difficile dirlo. Due anni sono pochi per ritardi e manchevolezze che datano dal dopoguerra. Un fatto è certo: lui ce la mette tutta. Durante la visita si è affacciato nella stanza un suo giovane collaboratore, molto sveglio e interessato alle cose dell’amministrazione. Si trattava di un assessore. Ho pensato che compito di un sindaco, nello speciale ambiente politico trabiese, dovrebbe essere anche quello di preparare dei giovani alla gestione libera e responsabile della cosa pubblica. Non è detto che Totò Piazza non lo faccia. Chissà... Certo,se penso alla famosa dichiarazione di incompatibilità del consiglio comunale col piano regolatore non è che ci scappa qualche salto di gioia.

PERCHE' RINVIARE IL REGOLAMENTO URBANISTICO

Non sembra azzardato dire che a Viareggio viviamo in un clima di democrazia avanzata. La miriade di comitati cittadini, la straordinaria affluenza alle urne in occasione delle tre primarie finora tenute, le frequenti prese di posizione su tanti problemi tra le formazioni sociali, in assemblee, con i cortei, dimostrano l'esistenza di una precisa volontà popolare di partecipazione. Altro che antipolitica! I tempi in cui il potere amministrativo si esercitava esclusivamente, e in modo unilaterale, qualche volta arbitrariamente, in forza della semplice e sola investitura scaturente dalle urne sono ormai tramontati. L'amministratore pubblico oggi è chiamato, diciamo così, a rendere conto di ogni suo atto giorno per giorno. Il controllo sociale si è fatto molto attento e penetrante. Non c'è dubbio che si tratti di un fenomeno di forte avanzamento democratico di cui troppi politici non sembrano essere consapevoli apparendo balbettanti o sgradevolmente protervi. Questa inadeguatezza si coglie nel caso del regolamento urbanistico. Quale migliore occasione per dare spazio alla partecipazione, agli apporti della società civile? Vediamo cosa invece è successo. Si può cominciare con l'ammettere che la griglia degli incontri è stata ampia; a cominciare da febbraio le forze politiche, le circoscrizioni, le varie formazioni sociali, i singoli cittadini hanno avuto modo di conoscere, se non altro, i punti salienti del documento. Però informazione non significa consultazione. Si è presentato, non uno schema aperto, ma un regolamento già definito, per giunta difeso puntigliosamente. Questa rigidità d'impostazione ha scatenato una reazione trasversale al momento in cui ci si è resi conto di certe soluzioni, perlomeno discutibili, ritenute in contrasto con la vocazione turistica di Viareggio. Da qui le accuse, tra l'altro, non tanto velate, vertenti sui presunti ampi spazi lasciati alla speculazione edilizia di gruppi immobiliari che già si sono distinti per i danni arrecati al corpo fisico e all'immagine della città. Sono fioccati pareri negativi, contestazioni, cortei, contrasti tra i consiglieri comunali di maggioranza. La questione non è di poco conto perché ormai investe la filosofia stessa che sta alla base del regolamento urbanistico. Serve, per così dire, una pausa di riflessione. Non si può discutere un simile provvedimento in un clima teso. Lasciamo passare le sfuriate della campagna elettorale che avrà inizio tra qualche settimana.

Thursday, October 18, 2007

AMMINISTRAZIONE COMUNALE, IL DIALOGO CON I CITTADINI

“Voglio che gli amministratori ascoltino le ragioni dei cittadini e non facciano tutto da soli”. Questa frase, straordinaria per semplicità e per densità di significati, pronunciata dalla consigliera comunale Didala Ghilarducci (a proposito, sta emozionando tutta Viareggio col suo libro di memorie “Partigiana per amore”, edito da Del Bucchia) mi sembra che centri due dei problemi della politica viareggina degli ultimi anni: l'incomunicabilità tra cittadinanza e Amministrazione comunale, l'unilateralità delle decisioni. Esistono in città quattordici comitati cittadini. Questi raggruppamenti popolari non sono sorti per un capriccio o per il gusto di fare da bastian contrari contro l'operato del sindaco o di questo o di quello assessore. Si sono invece spontaneamente formati per precisi e concreti disagi, per la contrarietà verso decisioni discutibili calate dall'alto, per l'inerzia in determinati casi da parte delle autorità e per la ricerca di soluzioni, le più condivise. Un'Amministrazione dotata di antenne sensibili verso gli umori ( e le esigenze) popolari si sarebbe aperta alle proposte ed ai desiderata di questi cittadini che si son fatti attendere invece settimane per un incontro o si sono accusati di incompetenza e di improvvisazione.
Ecco, un rapporto diverso con gli amministrati è uno dei paletti di discontinuità dal passato che il congresso comunale del Partito Democratico dovrà discutere se porre o meno tra gli indirizzi politici per la nuova Amministrazione in caso di vittoria della coalizione di cui farà parte lo stesso partito alle elezioni del 2008.

Tuesday, October 16, 2007

PRIMARIE PD E SITUAZIONE POLITICA A VIAREGGIO

I risultati delle primarie Pd fotografano la situazione politica dell'Ulivo di Viareggio. La lista, per così dire, istituzionale, “Democratici per Veltroni”, sostenuta dalla nuova maggioranza dei Ds, da una parte della Margherita, da Laboratorio e dal Sindaco, favorevoli ad una certa continuità nella gestione del Comune, è stata battuta dalla lista “A sinistra con Veltroni”, sponsorizzata dall'attuale minoranza Ds, favorevole al cambiamento; mentre consistenti quote di elettorato hanno convogliato i loro suffragi verso le liste di Rosy Bindi ed Enrico Letta. Come dire: la minoranza Ds, alla prova del fuoco del voto popolare, è divenuta maggioranza. La divisione tra le due parti dei Ds e le reali tendenze del consenso elettorale non potevano avere crisma più evidente. A questo punto il problema, già tanto dibattuto, della 'discontinuità' rispetto al modo d'agire dell'Amministrazione guidata da Marco Marcucci assume l'importanza di un vero e proprio snodo nella politica locale del centrosinistra. Credo che al primo congresso comunale del Partito Democratico, in programma a dicembre o a gennaio, sarà questo il tema dominante dell'intero dibattito. In quella sede non si potrà non tenere conto della chiara indicazione dell'elettorato delle primarie (i voti per Bindi e per Letta hanno una loro esplicita connotazione). Il piede giusto di partenza non potrà che essere quello dell'innovazione e del cambiamento.

postato da: soprana alle ore 16:49 | link | commenti (2)
categorie:

Commenti

#1 16 Ottobre 2007 - 19:31

Speriamo sia un cambiamento che coinvolga tutta la città! Ma un cambiamento vero, però: di persone, di idee, di metodi, di azioni. Credo che i viareggini più sensibili siano esausti da questi lunghi anni di brutta politica, di brutta città, di brutta gente! Un saluto. Riccardo
riccardomazzoni

#2 16 Ottobre 2007 - 22:32

Riccardo, credo che tu interpreti il sentimento di tanta gente verso la politica viareggina.
Beppe Grillo non ha tutti i torti quando chiede di limitare a due legislature il mandato parlamentare. Io aggiungerei: con le eccezioni dei dirigenti degli organismi di vertice dei partiti, per assicurare esperienza e competenza. Il sindaco è già vincolato a due mandati per l'evidente esigenza di evitare i pericoli di eccessi nell'esercizio del potere. Proprio per questo mi sembrerebbe scontato che, in occasione della successione di sindaci, specie in presenza di un qualche malcontento popolare in ordine ai risultati ed ai metodi dell'amministrazione uscente, le forze politiche abbiano tutto l'interesse di dare un segnale di rinnovamento in termini di indirizzi, programmi, funzionaltà e persone. Però la razionalità spesso si scontra con la cruda realtà fatta di ambizioni e di pretese di sapore ciecamente personalistico.
Allora bisogna lottare per salvare dal disastro di una sconfitta il partito (o i partiti) che avrebbe tutti i numeri e le qualità per governare la città.
Ciao, Antonio

PRIMARIE PD, UNA BUON A RISPOSTA ALLA DOMANDA DI PARTECIPAZIONE

La massiccia affluenza alle primarie del PD dimostra la voglia di partecipazione della gente. Questo non significa che da questa consultazione la cosiddetta antipolitica esce sconfitta. Oggi i partiti devono fare i conti con una sensibilità politica, e quindi con una flessibilità, molto diffusa. In caso di ingiustizie, di sprechi, eccessi di faziosità, insufficienze, inefficienze, abusi, l’elettore, di destra, di sinistra, di centro, non esita a cavalcare la protesta organizzata, magari dal Grillo del momento, per tornare poi ad affollare i varchi di democrazia che si aprono nella stretta tessitura del sistema partitico. Credo che questo sia segno di un evidente avanzamento verso una democrazia consapevole, aperta e matura. La protesta costruttiva, bollata subito maldestramente come antipolitica, è parte integrante della dialettica democratica. La satira ne è il sale. Il Grillo che tuona contro ladri e corrotti che siedono in Parlamento, contro gli assurdi privilegi dei parlamentari, contro le trame occulte tra politici e poteri forti, compie un atto di notevole pregnanza politica, contribuendo così ad accelerare il lento processo verso una gestione della cosa pubblica più trasparente, più responsabile, più imparziale. Nel caso del PD l’idea di un partito costruito dal basso, attraverso una autentica competizione sancita dal voto popolare, mi sembra, tra le tante altre possibili, una buona risposta, parziale per quanto si vuole, alla domanda di pulizia e di partecipazione che monta nel Paese.